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Recensione del pedale Boss BC-2 Combo Drive

Voto: 2/5 - Un overdrive che non mi colpisce particolarmente

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Il Boss BC2 Combo Drive viene pubblicizzato come pedale con cui poter ricreare il tipico suono British combo-amp, riferendosi implicitamente al suono del Vox AC30. Da estimatore e possessore di questo ampli devo dire che a mio orecchio ci avviciniamo ma non di così tanto.
E' in produzione dal 2011 e a differenza della solita interfaccia dei pedalini Boss classici, per quel che riguarda il controllo dei toni, abbiamo due potenziometri separati per controllare Bass e Treble, così che il chitarrista possa intervenire in maniera più precisa sulla timbrica e questo è sicuramente un punto a favore. Con il potenziometro Sound invece si agisce sul'overdrive: a 0% clean, a 50% crunch e a 100% drive, più tutte le varie sfumature di mezzo.
Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 45 mA.

Utilizzando il Combo Drive con una Stratocaster Customshop e il combo Singleman 35W di Brunetti, il suo suono non mi ha colpito in maniera particolare, anzi l'ho trovato abbastanza anonimo, privo di quel carattere che solitamente cerco in un overdrive.. Anche portando il Sound verso il 90% non sono rimasto colpito, l'ho trovato molto piatto, non affine ai miei standard. Sebbene il mio parere personale non sia molto positivo, non si può negare che il Combo Drive offra una diversa gamma di suoni che in alcune circostanze possono rivelarsi utili, in più su internet ho letto di persone che lo reputano un buon pedale. Personalmente se ti dovessi suggerire un buon overdrive ti consiglierei ad occhi chiusi il Boss SD2 Dual OverDrive, una bomba! Dai anche un'occhiata al Boss BD2 Blues Driver.

Recensione del pedale Boss MT-2 Metal Zone

Voto: 2/5 - Distorsione metal molto zanzarosa

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Il Boss MT2 Metal Zone è uno dei tanti pedali high gain prodotti dalla Boss. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 1991 ed è tuttora in produzione. Questo è stato il secondo pedale che abbia mai acquistato (il primo in assoluto fu il Boss SD-1 Super Overdrive). Incoraggiato da un amico metallaro, con cui iniziai a strimpellare nel teatro della nostra scuola poco dopo aver comprato la mia prima chitarra, comprai una distorsione simile a quella che utilizzava lui che al tempo era il Boss HM3 Hyper Metal. La mia conoscenza riguardo i pedali era praticamente zero e questa distorsione mi sembrava molto valida perché ricca di gain. Qualche tempo dopo, quando iniziai a suonare in un gruppo, purtroppo scoprii che le frequenze di questo pedalino venivano quasi interamente coperte da quelle della batteria, l'unica soluzione che trovai fu quella di alzare abbondantemente il volume visto che i diversi settaggi dell'equalizzazione non risolvevano il problema.
Il Metal Zone permette di poter scegliere accuratamente l'equalizzazione, rimanendo però vincolati dal suo tipico suono da musica metal, non si potrà quindi impostare per ottenere un overdrive o una distorsione comune. Il suono rimane molto zanzaroso, a volte simile a quello di una vecchia radiolina portatile, quindi privo di molte frequenze e molto piatto.
Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 18 mA. Se pensi di comprare questo pedale usato allora fai attenzione perché quelli prodotti prima del 1997 richiedono una alimentazione esterna a 12V per poter funzionare ottimamente.

Il pedale lo possiedo ancora oggi e ogni tanto lo ricollego per dargli una seconda possibilità, ma dopo qualche minuto mi capita quasi sempre di riporlo nuovamente nella sua scatola.. In conclusione direi che il suo utilizzo lo vedo indirizzato unicamente verso la musica metal, ma anche per quel genere non credo sia la scelta migliore..

Recensione del pedale Boss OS-2 Overdrive/Distortion

Voto: 2/5 - Una... distorsione.

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Il Boss OS-2 Overdrive/Distortion è un'esperimento dell'azienda Boss nel provare a creare un pedale che potesse miscelare a piacimento il suono di un'overdrive con quello di una distorsione. Devo dire di non essere molto entusiasta di questo pedale. L'idea di base è molto interessante ma alla fine non ne sono rimasto particolarmente colpito.
Il pedale è in produzione dal 1990 e possiede le tipiche manopole Level, Tone e Drive presenti in tutti i pedalini overdrive Boss, con buona dinamica e buona gestione dei toni e aggiunge un quarto potenziometro chiamato Color, tramite cui miscelare il suono dell'overdrive con quello di una distorsione. Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 8 mA. Se pensi di comprare questo pedale usato allora fai attenzione perché quelli prodotti prima del 1997 richiedono una alimentazione esterna a 12V per poter funzionare ottimamente.
Quando ho provato per la prima volta questo pedale, inizialmente l'ho impostato per funzionare unicamente da overdrive (Color tutto a sinistra) e già il suo suono non mi è piaciuto più di tanto, la Boss ha sicuramente migliori overdrive da offrire, primo fra tutti il Super Overdrive SD-1. Quando ho provato a miscelare l'overdrive alla distorsione tramite il pomello Color mi sono un po' demoralizzato: ci si aspetterebbe che con il potenziometro settato a metà, quindi a ore 12, vi sia un 50% di OD e un 50% di DIST, invece a mio avviso la distorsione subentra molto prima: già col potenziometro a ore 9 si possono avvertire distintamente le armoniche e la cattiveria della distorsione, inoltre si perdono molti medio-bassi e quindi bisognerebbe andare ad agire subito anche sul pomello del tono per colmare questi tagli. Come progetto mi ha ricordato molto il Boss SD-2 Dual Overdrive anche se con quest'ultimo, che ormai è fuori produzione, eravamo su un altro pianeta: due circuitazioni indipendenti per due overdrive, di cui uno lead.

Tirando le somme, secondo me il Boss OS2 è sicuramente più una distorsione che un overdrive.. e abbastanza anonima.
Il suo prezzo è meno di 100 euro; potrebbe essere un acquisto interessante per chi inizia a suonare e desidera avere un pedale con più suoni, facendosi pochi problemi e senza ancora un'idea precisa dei timbri che i vari pedalini di questo campo possiedono: con questo può sbizzarrirsi e sperimentare miscelando le sue due voci, senza spendere un'esagerazione.

Recensione del pedale Electro Harmonix Big Muff PI V9 Reissue

Voto: 2/5 - Un fuzz molto freddo

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L'Electro Harmonix Big Muff PI V9 Reissue è probabilmente il peggior fuzz ancora prodotto dalla EH. La casa di produzione ha voluto ricalcare lo stile estetico dei vecchi Big Muff come il V3, il V4 e il V5 proponendo però un suono veramente lontano dai suoi predecessori, questo a causa della sostituzione negli anni di tutti i componenti interni con quelli "più moderni" e meno costosi che ne alterano il suono e lo rendono freddo, anonimo, nulla a che vedere con quello che lo rese famoso molti anni fa. Questa versione è identificabile semplicemente dalla presenza del led On/Off tra il volume e il tono.
Un test che ho effettuato personalmente è stato collegare in serie quasi tutti i vecchi Big Muff americani nelle loro varie versioni (ad eccezione del V1 e V2), per sentire in rapida successione le differenze timbriche di ognuno ed il risultato è stato che, partendo dal più vecchio e arrivando al più giovane, il suono ed il timbro perdono mano a mano di spessore e in particolare il suono diventa sempre più freddo e inespressivo. I Big Muff russi prodotti dalla Sovtek sono invece un discorso a parte.

Il Big Muff PI V9 è stato uno dei primi fuzz da me acquistati ma ricordo che mi bastò entrare in possesso di un Big Muff russo V8 per abbandonare quasi subito l'americano. Ricominciai ad utilizzarlo per un breve periodo nel 2010 quando iniziai a suonare in un progetto elettronico ma anche in quel caso smisi presto di tenerlo in pedaliera.
In conclusione, a mio parere questa versione del Big Muff non possiede più nulla del suono che lo rese famoso in passato, ed il suo peggior difetto è sicuramente la freddezza. Trovo migliori altri Big Muff attualmente in produzione, in particolare il Bass Big Muff e il Nano Bass Big Muff, che si comportano bene sia con la chitarra che con il basso.

Recensione del pedale MXR Blue Box

Voto: 2/5 - Fuzz e octaver non troppo convincente

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L'MXR Blue Box è un pedale fuzz che aggiunge alla nota che si sta suonando la sua doppia ottava bassa. Il potenziometro Output agisce sul volume e in molti su internet si lamentano per il fatto che fornisce meno volume in confronto agli altri pedali. Il potenziometro Blend invece regola la presenza dell'ottava bassa sul fuzz.
Il Blue Box risulta molto semplice da utilizzare ma sebbene l'idea di fondo sia molto interessante, il suono di questo pedale non è un granché. Il fuzz risulta essere molto compresso e quindi privo di dinamica, mentre il tracking delle note per creare la doppia ottava bassa non sembra essere dei migliori, genera infatti molti "sfarfallamenti". Mentre lo si utilizza per suonare dei riff a nota singola sembra quasi di ascoltare una melodia monofonica tipica dei videogiochi anni 90, particolarità che potrebbe anche essere utilizzata positivamente.
Durante il making of dell'album The Resistance, Matthew Bellamy, chitarrista dei MUSE, ha provato ad inserrie questo effetto nel riff principale della canzone MK Ultra (minuto 0.46), per poi scartarlo.
Per ottenere un effetto simile al Blue Box si potrebbe utilizzare un semplice fuzz e farlo passare attraverso un Electro Harmonix POG2 o anche un Digitech Whammy.